Rientro a scuola: come affrontate la ripartenza
9/5/20259 min read


Rientro a scuola: come affrontare la ripartenza
a cura di Carlotta Bassi e Daniela Perfetti
Settembre è quel momento sospeso tra il ritorno alla routine e la nostalgia dell’estate. Per molte famiglie, è anche un mese faticoso: ci sono zaini da preparare, orari da riorganizzare, attività extrascolastiche da incastrare, compiti (magari) incompleti e una montagna di emozioni – nostre e dei nostri figli – da accogliere.
Questo articolo nasce per aiutare chi sente il peso della ripartenza a trovare una modalità più sostenibile, realistica e umana di affrontarla. Senza corse, senza giudizi, senza pressioni inutili.
Perché rientrare a scuola non è solo una questione di organizzazione, ma anche di equilibrio familiare, benessere emotivo e fiducia nei propri ritmi.
Qui sotto trovi una proposta di struttura per accompagnare con intenzione questo delicato passaggio.
Tornare non è ricominciare da zero
Il ritorno a scuola, soprattutto dopo la pausa estiva, può sembrare un nuovo inizio radicale. In realtà, è più simile a una ripartenza con gradualità, dove si rimettono in moto routine e abitudini già conosciute, adattandole ai nuovi ritmi. Per accompagnare ragazze e ragazzi, è utile prevedere una sorta di “settimana di rodaggio”: pochi giorni per rientrare nei tempi senza sovraccaricare né genitori né figli.
Un approccio pratico potrebbe essere questo:
Giorno 1–2: niente extra
Nei primi giorni concentriamoci solo sul rientro scolastico. Evitiamo sport, corsi o attività extra. L’obiettivo è decomprimere.
Esempio: il pomeriggio si dedica a riordinare lo zaino, raccontarsi la giornata davanti a una merenda o scegliere un oggetto delle vacanze da tenere nello zaino o in camera, come un “ponte” tra estate e scuola.Giorno 3–4: reintrodurre una routine chiave
Scegliamo un’abitudine-base da riprendere subito, come preparare lo zaino la sera. Per le scuole medie può bastare una checklist visiva sul frigorifero; per le superiori funziona una lista sul telefono.
Un piccolo rituale: dopo cena → scelta outfit + zaino → dieci minuti di relax insieme (una tisana, un gioco veloce, un breve video). In questo modo, la routine non è solo dovere, ma anche momento piacevole.Giorno 5: mini-verifica insieme
Dopo la prima settimana, un bilancio veloce aiuta a capire come sta andando. Non serve un colloquio lungo, bastano 10 minuti.
Esempio di domande: “Qual è stata la parte più semplice della settimana?” oppure “Cosa possiamo alleggerire per la prossima volta?”.
Se le risposte sono vaghe, si può usare un gioco: un semaforo disegnato, dove segnare in verde ciò che è andato bene, in giallo ciò che è stato faticoso, in rosso ciò che non ha funzionato.Weekend: una sola attività speciale
Il fine settimana serve a ricaricare le energie. Meglio scegliere una sola attività condivisa, come il cinema o una pizza fuori, lasciando il resto del tempo libero.
Un piccolo trucco: la domenica sera preparare insieme una colazione speciale per il lunedì. Un gesto semplice che rende il rientro meno brusco e crea un senso di continuità.
Questa organizzazione a blocchi aiuta soprattutto alle medie e alle superiori, dove la gestione del tempo inizia a diventare una competenza da sperimentare e non solo subire. Con piccoli passi, ragazze e ragazzi imparano che non serve fare tutto subito, ma che il rientro può essere una transizione graduale e sostenibile.
Routine a piccoli passi, non tutto insieme
Una delle trappole più comuni è voler sistemare subito tutto: orari, menu settimanali, attività extrascolastiche, spazi di studio, sveglie, sport. Il risultato? Sovraccarico e frustrazione.
Meglio partire da una sola cosa: una routine chiave su cui costruire il resto. Per esempio: una colazione tranquilla insieme, il momento della preparazione dello zaino, l'abitudine della lettura serale.
La chiave è la progressività. La prima settimana concentratevi solo sugli orari essenziali: sveglia, colazione, orario della nanna. La seconda settimana aggiungete qualcos'altro, ad esempio i compiti pomeridiani. Solo dalla terza settimana integrate le attività extrascolastiche.
Ricordate che le routine funzionano quando diventano automatiche, e questo richiede ripetizione e costanza. Non scoraggiatevi se all'inizio sembra tutto più complicato: è normale che ci voglia tempo perché una abitudine si consolidi, sia che sia nuova sia che vada ripresa dopo l'estate.
Idee semplici:
Un'agenda condivisa visiva (per i più piccoli);
Una to-do list settimanale preparata insieme;
Un rituale del venerdì per chiudere la settimana (es. film e pop corn);
Coinvolgere i bambini nella scelta di una routine che sentano loro.
Ascoltare prima di correggere
Il rientro a scuola non porta con sé soltanto nuovi orari e compiti, ma spesso anche emozioni contrastanti: c’è chi si sente irrequieto, chi perde subito motivazione, chi vive ansia e tensione. In questi momenti, il passo più importante non è dare subito soluzioni o correzioni, ma fermarsi ad ascoltare davvero. È proprio dall’ascolto che possono nascere strategie più sostenibili e condivise.
Ascoltare significa, prima di tutto, sospendere il giudizio. Quando tua figlia o tuo figlio rientra a casa nervoso o svogliato, puoi fare una pausa, respirare e lasciare spazio a ciò che prova, senza correre a “mettere a posto le cose”. Poi, puoi provare a rispecchiare ciò che hai colto (“Mi sembra che oggi sia stato pesante”) e normalizzare la situazione (“È normale faticare quando cambiano i ritmi”). Solo dopo questi passaggi è possibile cercare insieme un modo per alleggerire il giorno successivo, ad esempio decidendo se dedicare venti minuti ai compiti insieme oppure lasciarli iniziare in autonomia.
Anche piccole domande possono fare la differenza:
“Cosa ti pesa di più in questo momento?”
“Da 1 a 10, quanta energia senti di avere per i compiti?”
“Cosa ha funzionato l’anno scorso che possiamo riprendere?”
Ascoltare non significa giustificare qualsiasi comportamento, ma riconoscere ciò che l’altro vive. Solo quando ragazze e ragazzi si sentono visti e compresi, diventano più disponibili ad accogliere indicazioni e nuove strategie. In questo modo, la gestione delle emozioni diventa parte integrante dell’organizzazione del tempo e non un ostacolo da eliminare in fretta.
Spazio allo studio... con gradualità
Dimenticare tutto durante l'estate è normale. Per ritrovare il ritmo serve riattivare le competenze con gradualità, non buttarsi in maratone di compiti e schede.
Il cervello ha bisogno di tempo per ritrovare la concentrazione e la resistenza allo sforzo mentale. È come riprendere a correre dopo mesi di pausa: non iniziereste con una maratona, ma con brevi tratti, aumentando progressivamente la distanza.
Anche il luogo di studio può essere riorganizzato senza fare grandi rivoluzioni: bastano piccoli accorgimenti per renderlo di nuovo funzionale e accogliente. L'importante è che sia un luogo che inviti alla concentrazione, non che la imponga con la forza.
Considerate che i primi giorni i bambini potrebbero essere più stanchi del solito: il ritorno sui banchi, la socializzazione intensa, il ritmo scolastico sono tutti elementi che richiedono energia. Lasciate spazio per il riposo e non aspettatevi prestazioni al top fin da subito.
Proposte semplici:
Scegliere insieme un angolo tranquillo (anche se non è la scrivania perfetta che hai visto su Pinterest);
Usare un timer per brevi sessioni (15-25 min) con pause vere;
Rivedere insieme i materiali: cosa manca, cosa c'è da sistemare;
Iniziare con i compiti più semplici per ritrovare fiducia;
Alternare momenti di studio a momenti di movimento o gioco.
Rispettare i tempi di ognuno
Il rientro a scuola non è uguale per tutti. C’è chi si riabitua in pochi giorni e chi invece ha bisogno di due o tre settimane prima di ingranare davvero. È importante ricordare che non esiste un unico ritmo “giusto”: il confronto con altri (“Guarda, tua sorella è già a pieno regime”) non aiuta e spesso genera solo frustrazione. L’obiettivo non è correre, ma accompagnare gradualmente.
Qualche principio pratico:
Sonno protetto. Invece di pretendere che i ragazzi si addormentino subito all’orario “da scuola”, può aiutare un anticipo graduale: andare a letto 10–15 minuti prima ogni sera, finché si raggiunge l’orario target. Ad esempio: se tuo figlio di 12 anni durante l’estate andava a dormire alle 23.00, la prima settimana puoi spostare l’orario alle 22.45, poi alle 22.30, fino a stabilizzarlo intorno alle 22.00. Questo riduce resistenze e favorisce un sonno più regolare senza conflitti.
Progressi visibili. Valorizzare i piccoli passi quotidiani è fondamentale. Se oggi tua figlia ha preparato lo zaino da sola, o tuo figlio ha iniziato a fare i compiti senza troppe sollecitazioni, puoi sottolinearlo con un “Ottimo, vedo che ci hai pensato da sola/o”. Sono micro-passaggi che rinforzano l’autonomia e fanno percepire la ripartenza come meno faticosa.
Flessibilità mirata. Non serve riempire subito ogni pomeriggio. Un “cuscinetto” libero a settimana — senza compiti, sport o impegni extra — permette di recuperare energie e gestire meglio gli imprevisti. Per esempio, il mercoledì pomeriggio può restare uno spazio “jolly” in cui leggere, incontrare amici o semplicemente riposarsi.
Adattare in base all’età:
Scuole medie (10–13 anni). Può essere utile creare una to-do list settimanale con massimo tre priorità (es. “compiti di matematica”, “ripasso di storia”, “allenamento”). Alla fine della settimana, un breve momento di 10 minuti il venerdì per rivedere insieme cosa è andato bene e cosa migliorare aiuta a consolidare l’abitudine senza diventare pesante.
Scuole superiori (14–18 anni). Qui funziona di più una pianificazione legata ai momenti di energia. Alcuni ragazzi si sentono più concentrati la mattina, altri il pomeriggio. Si può proporre una struttura flessibile: due blocchi da 25 minuti per i compiti più leggeri e un blocco da 45 minuti per le materie più impegnative, lasciando a loro la scelta di quando collocarli. La domenica sera, un breve recap di 15 minuti può aiutare a guardare alla settimana successiva senza ansia.
Il vero traguardo non è “tornare subito alla normalità”, ma ritrovare poco a poco un equilibrio personale. Ogni passo, anche piccolo, è già una conquista.
Non tutto dipende da noi
Come genitori, a volte ci carichiamo il peso di tutto: se i nostri figli non si organizzano, se non studiano, se sono svogliati… pensiamo di aver sbagliato qualcosa.
Ma non tutto è sotto il nostro controllo. Possiamo offrire strumenti, supporto, presenza. Il resto — impegno, responsabilità, motivazione — cresce nel tempo, anche attraverso gli errori.
È importante riconoscere che ogni bambino ha la sua personalità, i suoi tempi di maturazione, le sue modalità di apprendimento. Quello che funziona per un figlio potrebbe non funzionare per un altro, e questo non significa che stiamo sbagliando come genitori.
A volte il miglior regalo che possiamo fare ai nostri figli è mostrare loro che anche noi adulti abbiamo delle difficoltà, che anche noi dobbiamo adattarci ai cambiamenti, che anche noi a volte non abbiamo tutte le risposte. Questo li aiuta a sviluppare resilienza e autocompassione.
Settembre è anche il momento per prendersi cura di sé come adulti, perché non possiamo accompagnare nessuno se ci sentiamo sempre in debito con le aspettative. Concedetevi degli spazi, delle pause, dei momenti per ricaricarvi. Una famiglia serena è fatta di adulti che sanno riconoscere e rispettare i propri limiti.
Come affrontare settembre con intenzione
Settembre non è un traguardo da tagliare a tutti i costi, né un esame da superare. È un passaggio delicato che riguarda l’intera famiglia, e ogni famiglia lo vive con i propri tempi. Non esistono genitori “perfetti” che hanno tutto sotto controllo, così come non esistono ragazzi che riescono ad adattarsi immediatamente senza fatica. Il rientro è piuttosto un percorso graduale in cui contano la flessibilità, la pazienza e la capacità di riconoscere i progressi, anche i più piccoli.
Per rendere questa ripartenza più sostenibile, si può cominciare con un solo gesto semplice: ad esempio, scegliere insieme un rituale serale che segni la fine della giornata (una tisana, dieci minuti di chiacchiere sul divano, un gioco da tavolo veloce). Oppure, la domenica sera, dedicare un quarto d’ora a rivedere l’agenda della settimana: non per riempirla, ma per capire insieme quali sono i punti fermi e quali invece possono restare più liberi.
Anche i genitori hanno bisogno di spazi per sé. Un esempio concreto? Mentre i figli fanno i compiti, si può sfruttare quel tempo per leggere qualche pagina di un libro, organizzare la spesa online o semplicemente prendersi un momento di pausa senza sentirsi in colpa. Mostrare ai figli che anche gli adulti hanno bisogno di equilibrio e riposo diventa un insegnamento prezioso, più di tante parole.
Il rientro a scuola, quindi, non deve essere un ritorno forzato a un ideale di “normalità”, ma un modo per ricostruire insieme nuovi equilibri familiari. Una cosa alla volta, un passo dopo l’altro: è così che settembre può trasformarsi da fonte di stress a occasione di crescita condivisa.






Daniela Perfetti è psicologa del lavoro, formatrice e professional organizer. Con il progetto Percorsi Agili supporta famiglie, studenti e professionisti nel migliorare l’organizzazione di studio e lavoro, con un approccio personalizzato e sostenibile, per promuovere benessere, autonomia e crescita.


Carlotta Bassi è imprenditrice e Professional Organizer specializzata in organizzazione del lavoro e familiare. Aiuta aziende, freelance e famiglie a fare spazio, semplificare e vivere con più intenzione, attraverso percorsi su misura,strumenti pratici e contenuti digitali. Trovi i contenuti di Carlotta qui.
Daniela Perfetti è psicologa del lavoro, formatrice e professional organizer. Con il progetto Percorsi Agili supporta famiglie, studenti e professionisti nel migliorare l’organizzazione di studio e lavoro, con un approccio personalizzato e sostenibile, per promuovere benessere, autonomia e crescita.
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